giovedì 26 febbraio 2015

Il "me ne vado"

Me ne  vado.
Ma dove? Quando?
Il "me ne vado" dice tutto e niente, è una frase buttata là chissà quante volte, ma quando queste volte diventano troppe comincia a prendere forma.
La mia non è una fuga, o forse inconsciamente si, ma voglio pensare sia la ricerca di nuovi stimoli, " La vita è come un libro, chi non viaggia ne legge solo una pagina", una frase che condivido e che ho sempre voluto fare mia, cercando quando possibile di visitare altri paesi e culture, e ti rendi conto di quanto puoi imparare dalle altre persone, di come ti senti "pieno dentro" quando ritorni, pieno di cosa? di tutto! Di felicità, di entusiasmo, di voglia di vivere, di carica! ed è questo che mi ha fatto prendere la decisione.
Viaggiare, fermare la mia vita
da lavoratore modello, smettere di alzarmi alle sette, smettere di vedere sempre le solite faccie, a volte smettere di dire si anche quando vorresti dire no.
Scegliere delle mete ed andare,  sei, otto mesi, un anno, spostandomi con pochi aerei e muovendomi via terra, dormire un pò ovunque, arrangiarsi, rischiare, tentare.
Questo è quello che mi aspetterà, una meravigliosa esperienza di vita.


domenica 15 febbraio 2015

Il mio viaggio inizia in un ufficio.....

Gennaio 2015
Il mio viaggio inizia in un ufficio di 20mq, la finestra che da a Nord da nove anni mi mostra sempre lo stesso panorama scandito dal cambio delle stagioni. In lontananza con le giornate più serene si vedono le prime cime della catena montuosa delle Dolomiti Bellunesi, più da vicino, anche con la nebbia, edifici grigi, squadrati, chiusi.
Quella mattina mi ero svegliato di cattivo umore, capita spesso ultimamente, passo le serate tra pc e programmi televisivi che parlano della situazione economica dell'Italia, di tassi di disoccupazione , di famiglie allo stremo, di religioni estremiste, e di 100 altri problemi che rimbombano nella mia testa.
Avrei voluto far tutt'altro ma al solito la giornata iniziava con una colazione veloce, il tragitto in macchina, l'entrata in ufficio, e l'accensione di quella scatola, strumento così meraviglioso quanto infernale che ti tiene sveglio la notte e ti fa addormentare di giorno....
Avrei voluto essere altrove, chi non lo vorrebbe, chi non sogna quando alla mattina si trova a combattere la quotidianità, ma ormai era troppo tardi, il meccanismo era già scattato.
Nella mia testa era già tutto deciso, non lo avevo deciso io, è qualcosa che viene da solo, che matura con il tempo, con gli anni, un seme che risiede là, in un posticino ed aspetta solo che sia la sua stagione per maturare ed uscire esplodendo.
Me ne vado.
Un mese prima a Dicembre qualche parola buttata qua e là con gli amici aveva rimarcato il mio desiderio che covavo da anni, ma Gennaio è stato il mese del "ora o mai più".
Sono bastati alcuni incontri di meditazione Tibetana, che dovevano avere il fine di riordinarmi le idee per rimettermi in carreggiata, ed hanno avuto l'effetto contrario.
La vita, questo meraviglioso dono, questi giorni ed anni, passati a svegliarsi, a lavorare, a coricarsi, riempiendoli di momenti felici e non, può essere vincolata in modo così vitale ad un lavoro che non ti appaga più pur garantendoti il necessario per vivere? E' forse un matrimonio il mio contratto di lavoro?
Voglio essere il detentore del mio tempo.